I ragazzi parlano di bullismo

Lunedì 26 Novembre la nostra classe, la 4ª B scienze umane, accompagnata dalla professoressa M. Giovanna Cabiddu, e assieme ad altre due classi della nostra scuola, la 1ª C scienze umane e la 3ª A economico-sociale con le rispettive docenti, ha partecipato, nell’aula magna dell’Istituto tecnico “Mossa”, ad un interessante convegno dedicato al bullismo: “I ragazzi parlano di bullismo”.
Il convegno, organizzato dalla prefettura di Oristano, è stato moderato dal professor Salvatore Melis (già docente della nostra scuola) e ha visto la partecipazione di numerosi esperti sull’argomento.
Durante la mattinata si sono susseguiti diversi interventi, a partire da quello del prefetto di Oristano dott. Giuseppe Guetta, che attraverso slides chiare ed immediate ha spiegato in modo esaustivo il significato del termine “bullismo”, fenomeno sempre più diffuso nel mondo adolescenziale e non solo, illustrando le varie forme in cui esso si manifesta, la distinzione tra bullo, vittima e comprimari e le motivazioni che inducono tanti giovani della nostra età e anche più piccoli ad adottare questo comportamento prevaricatore che talvolta può sfociare in atti di violenza vera e propria, ragion per cui si può configurare anche come reato.
L’intervento successivo ha visto la testimonianza choc (non è uscito di casa per dieci anni), di Luciano Scandariato, già vittima da ragazzo, a causa di una patologia che gli aveva alterato i lineamenti del viso e gli arti, non solo di derisioni, ma di una vera e propria persecuzione da parte di coetanei e conoscenti. Grazie però all’aiuto concreto offertogli dall’attività sportiva, oggi può dire di essere riuscito a superare le conseguenze negative del suo “limite”.
Il fenomeno del bullismo è stato poi oggetto di riflessione da parte della dottoressa Anna Cao, presidente del tribunale dei minori di Cagliari, che ha affrontato la questione anche dal punto di vista giuridico, illustrando in particolar modo le conseguenze penali di tale comportamento, le responsabilità della famiglia, l’importanza dell’educazione da parte delle istituzioni: scuola, famiglia, chiesa, mondo dello sport, ecc.
Interessante motivo di dibattito e discussione ha offerto la relazione del dottor Greco, esperto della Polizia postale, che ha parlato di un particolare aspetto dell’argomento, il cyber-bullismo, mettendo sull’avviso i giovani, spesso vittime inconsapevoli di veri e propri atti persecutori e illegali di persone esperte della rete, per esempio gli hacker, che scelgono le proprie “vittime” tra i ragazzi della nostra età. Occorre parlare, raccontare ciò che si subisce, salvare video e immagini, ha detto l’esperto, e denunciare senza indugio il tutto alle forze dell’ordine.
Sono seguiti poi gli interventi, da noi particolarmente apprezzati, di alcuni studenti della Consulta giovanile, di una studentessa del liceo Classico, Camilla, che ha focalizzato il suo discorso sull’atteggiamento empatico da parte di familiari e coetanei, che spesso è l’unico mezzo d’aiuto che può consentire alle vittime di bullismo di superare l’immancabile trauma. “Il problema è sociale”, ha detto poi Angelica, “la società ci educa alla regola che vince il più forte, ci offre modelli standardizzati, per cui se non ci si adegua si rischia di rimanere esclusi… ”
Ci sono apparsi utili anche gli interventi di due dirigenti scolastici e di una psicologa della ASL.
A parere unanime, il fenomeno del bullismo può essere sconfitto grazie alla collaborazione di tutti, e tramite un’informazione corretta rivolta ai giovani da parte degli esperti del fenomeno, in modo tale che uno dei principali problemi dell’esistenza di tanti giovani come noi possa essere affrontato e superato.

La 4ªB scienze umane

La Collina. Incontro con don Cannavera

Il cinque Maggio le classi 4ªB, 5ªA e 5ªB del Liceo delle scienze umane, accompagnate delle insegnanti Luisella Camedda, Pierangela Corona e Monica Carta, sono state ospiti della comunità La Collina, di Morgongiori.
L’incontro con il direttore Don Ettore Cannavera è stato molto interessante e arricchente; è riuscito, con molta semplicità, in un clima sereno e pacato, a spiegare e illustrare il problema della devianza giovanile e la modalità di funzionamento della struttura, che si pone come alternativa realmente rieducativa al carcere.
A lui va il nostro più sentito ringraziamento.