cronache e opinioni

Contro la mafia, oltre i cento passi

Lo scorso 10 ottobre alcune classi della nostra scuola hanno incontrato Giovanni Impastato, fratello di Peppino Impastato, vittima della mafia per le sue idee e il suo impegno nella lotta contro Cosa nostra.
Ha raccontato la storia di suo fratello, di cui ormai è il portavoce, coinvolgendoci anche nei retroscena dei problemi di chi cresce in una famiglia mafiosa.
Tutto è iniziato con l’omicidio dello zio mafioso, nonché loro protettore.
“In quel momento – dice Giovanni Impastato – Peppino ha capito che la mafia non era positiva e giusta come ci avevano fatto credere fino a quel momento, era vile e crudele e bisognava sconfiggerla”.
Peppino però decide di combatterla a modo suo, diverso dal solito, usando per la prima volta l’ironia, smitizzando l’invincibilità della mafia. Si adopera con un gruppo di amici e fonda il gruppo “Musica e Cultura” e in seguito “Radio Aut”, libera e autofinanziata, tramite la quale si occupa di denunciare delitti e affari mafiosi, cercando di coinvolgere più persone possibili e di dare una scossa alla società.
Alla domanda “La mafia è invincibile?” il signor Impastato risponde fermamente: “Assolutamente no”.
Quest’organizzazione malavitosa è ormai ben infiltrata in tutte le istituzioni e ha un gran potere. Lo Stato italiano, che nei decenni passati ha sconfitto altre organizzazioni delinquenti come le Brigate rosse e il terrorismo altoatesino, ora però sembra non riesca a eliminare questa forza nemica e il signor Impastato ha un’opinione molto netta a riguardo: “Lo Stato non ha ancora sconfitto la mafia perché non c’è la volontà di farlo!”

Una figura di rilievo, nella storia di Peppino, è stata la mamma Felicia Bartolotta, la quale ha deciso di schierarsi non solo dalla parte del figlio, ma anche dalla parte della giustizia, prendendo le sue difese e non lasciandolo solo. Al funerale del figlio, la signora Bartolotta prese un’importante decisione “senza la quale – dice Giovanni Impastato – forse non sarei qui oggi”: decise di non far vendicare la morte di Peppino, dimostrando così che la violenza non è la strada giusta e che la mafia si può e si deve combattere.
Il messaggio che Giovanni Impastato vuole dare, in particolar modo alle nuove generazioni, è che il potere che la mafia ha nella società si basa principalmente sulla paura delle persone, ma si può combattere se si è cittadini attivi.
Bisogna informarsi sul mondo che ci circonda e sui temi più importanti e delicati come la politica, la crisi climatica, etc. e farsi un’idea del quadro generale per poi cercare di trovare delle soluzioni efficaci. Non dobbiamo né lasciarci condizionare dalla realtà che ci circonda né lasciarci strumentalizzare dalla politica, spesso populista e demagogica; al contrario dobbiamo essere noi in quanto soggetti pensanti a creare un ambiente sereno, democratico e favorevole alla giustizia sociale.
La mafia prolifera in una società che non promuove la partecipazione sociale e politica, dove regnano l’ignoranza e una mentalità chiusa e oppressiva basata sulla prepotenza e l’intimidazione.
Peppino Impastato voleva promuovere una società dove i cittadini potessero trovare un alleato nell’affermazione del principio della legalità.
Giovanni Impastato conclude il suo intervento coinvolgendoci in un pensiero molto importante: “per sconfiggere la mafia dobbiamo distruggere il muro dell’indifferenza, del razzismo e della xenofobia e promuovere la solidarietà”.

5ªC Linguistico

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