La musica italiana ha sempre avuto interpreti e compositori che hanno manifestato, nel corso degli anni, una maestria e una competenza tali da riuscire ad elevarsi ad artisti di fame internazionale.
Nel fare tale premessa, è obbligatorio citare un italiano che, grazie al proprio genio musicale, ha fatto della musica classica italiana uno strumento che ha permesso al mondo di gustare una tipologia di composizioni differente, ma caratterizzata da una maestria realizzativa che non ha eguali. Quest’uomo, di cui si è parlato molto, e che recentemente ha ottenuto un riconoscimento importantissimo, ovvero una stella nella famosissima “Walk of Fame”, è il leggendario maestro Ennio Morricone.
Grazie alla leggerezza e alla musicalità quasi epica delle sue composizioni, ha saputo presentare una splendida rivisitazione dello stile classico, adattandolo a svariati contesti, primo fra tutti quello cinematografico: difatti la collaborazione con uno dei migliori registi della storia, il grande Sergio Leone, ha permesso la creazione di un mito, quello dei “western”, che ha dato successivamente spunto ad altri grandi registi.
La creazione delle colonne sonore dei film della “Trilogia del dollaro”, appartenenti al genere “spaghetti-western”, ha segnato inequivocabilmente l’apice della carriera di Morricone: in particolare “L’estasi dell’oro”, presente nel film “Il buono, il brutto e il cattivo”, gli ha garantito un posto fra i migliori compositori del ‘900. È una composizione eccellente, nella quale il maestro ha saputo coniugare momenti di pura tensione, con toni malinconici, cupi e cadenzati, e momenti che ispirano maestosità e fierezza, grazie alla presenza dei violini.
È questa la più grande delle abilità mostrate da Morricone: egli sa infatti adattare la propria musica ad ogni tipo di contesto, senza risultare banale o troppo elaborato, in modo tale da trasmettere, in chi ne segue la melodia, delle sensazioni che rispecchiano la situazione voluta. Non sembra dunque esagerato attribuire al maestro l’epiteto di “genio contemporaneo”; anzi, l’aggettivo risulta molto adatto poiché definisce, musicalmente ed umanamente, una persona umile che, grazie al talento, all’impegno costante e alla perseveranza, ha saputo regalare al mondo e alla storia una delle pagine più belle ed intense della musica classica.
Fabio Porceddu, 5ª B Linguistico, 29.02.2016
Primo classificato nel concorso “Scrittori si diventa”