cronache e opinioni

Il viaggio di Vittorio

Il 24 Settembre 2019 sei classi del nostro Istituto si sono recate al Centro Servizi Culturali U.N.L.A. per incontrare Egidia Beretta, madre di Vittorio Arrigoni, attivista nella Striscia di Gaza con lo scopo di aiutare i palestinesi nel conflitto israeliano-palestinese. Il suo slogan, “Restiamo umani”, ancora rimane come monito di molte associazioni umanitarie.
Un incontro molto personale, iniziato con la visione di un filmato di diciassette minuti il cui protagonista era un Vittorio pieno di vita, con una voglia di cambiare il mondo che veniva subito comunicata dalla sua passione per la causa per la quale combatteva. L’incontro poi è proseguito con le letture dei suoi temi delle elementari (tratti dalla sua biografia), dove già traspariva un amore incondizionato per la pace, e un senso di giustizia molto marcato; temi molto complicati per un bambino delle elementari, che trattano anche argomenti come il razzismo, la religione e la xenofobia con le parole di un bambino.
Questa semplicità e questa leggerezza hanno scaldato il cuore dei presenti, ricordando quanto fosse già forte lo spirito del piccolo Vittorio.
In seguito, dopo aver parlato e letto della sua gioventù, Egidia inizia il racconto del viaggio (o meglio, dei numerosi viaggi) di Vittorio. Si è parlato del senso d’inquietudine che comunicava nei suoi momenti a casa, dopo esser tornato dai suoi viaggi, e di quanto partire e fare la cosa giusta per aiutare gli altri lo rendesse veramente felice.
Il racconto del rapimento, il 14 Aprile 2011, e del ritrovamento del cadavere il giorno successivo ha scosso tutti i presenti. Questa storia terribile raccontata dalla madre era un misto di dolore, rabbia e nostalgia. Egidia però, come solo una madre poteva fare, ha comunicato anche tanto amore rendendo quell’incontro qualcosa più che una qualunque presentazione di un personaggio. Non si parlava di Vittorio Arrigoni, ma si parlava con Vittorio, con il ricordo di lui che vivrà nei cuori di tanti italiani, ma specialmente di tanti palestinesi che lo vedono come un eroe. Un eroe che, nel suo piccolo, ha scosso gli animi di milioni di persone, diventando un esempio per chiunque senta dentro di sé un senso di giustizia, una voglia di aiutare il prossimo e una inquietudine irrefrenabile.
La maggior parte delle persone passano la loro vita aspettando il momento in cui le cose cambieranno, ma non lui, che cambiando il modo in cui guardava le cose ha fatto sì che le cose che guardava cambiassero.
Scrisse articoli per “Il Manifesto” e scrisse sul suo blog online “Guerrilla radio”. Dopo la sua scomparsa, un post: “Dopo la morte di Vittorio avremmo voluto ridare vita a questo blog. I nostri tentativi sono stati inutili. Il blog non è ritornato in vita, ma è stato vivo quando Vittorio era in vita.” Ciò si collega a una domanda che fu fatta a Egidia da uno studente, durante uno dei suoi incontri: “Vittorio è stato più utile da vivo o da morto?”, domanda che la scosse, ma a cui rispose dicendo che l’importanza di Vittorio era troppo forte, aveva lasciato un’impronta molto profonda durante la sua vita, e ne ha lasciato una altrettanto profonda con la sua scomparsa.

La 4ªA Linguistico

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